Interrompo le normali trasmissioni per iniziare un progetto che avevo in mente già da un po’ di tempo: parlare di yuri. Qualcuno di voi saprà già che la mia tesi di laurea riguardava proprio il genere yuri (i più fortunati l’hanno pure letta, i più fortunatissimi hanno una copia ;))))))))))) ), ma devo dire che il risultato finale non mi ha esaltato particolarmente. Sarà che avevo poco tempo, sarà che faccio schifo a scrivere, ma in ogni caso mi sarebbe piaciuta riscriverla un giorno. Ed eccoci qui. Buona lettura!
Cosa significa “yuri”?
In giapponese con il termine “yuri” 百合 si indicano le piante appartenti al genere Lillium, ovvero i gigli. È anche un diffuso nome femminile sia da solo che nelle sue varianti come Yuriko, Sayuri, Mayuri, Yurimi e molti altri. Ma come si è arrivati ad associare questo fiore con i manga che trattano di rapporti fra ragazze dello stesso sesso? Omosessualità e gigli sono stati associati insieme per la prima volta nel novembre del 1976, quando sul numero 46 della rivista per uomini gay Barazoku 薔薇族 (Tribù delle Rose) apparve un angolo della posta dedicato alle lettrici e chiamato Yurizoku no heya 百合族の部屋 (Stanza della Tribù dei Gigli). Il direttore della rivista, Itō Bungaku, ha affermato di aver usato yuri (giglio) come antonimo di bara (rosa) e anche perché il giglio è “simbolo di narcisismo”. Quest’ultima affermazione non mi è molto chiara, dato che il giglio è tradizionalmente considerato simbolo di purezza e castità, ma in ogni caso è grazie a lui se oggi il genere yuri si chiama così. Nel 1983, la compagnia cinematografica Nikkatsu produsse serafuku yurizoku セーラー服 百合族 (Tribù dei gigli in uniforme alla marinara), un film erotico, anzi “Romance Porno”, che aveva come protagoniste due studentesse lesbiche. Questa mi sembra la prova che già all’inizio degli anni ’80 il legame yuri-lesbismo fosse abbastanza forte. La consacrazione come genere vero e proprio avviene solo nel 2003 con la nascita di Yuri Shimai 百合姉妹, la prima rivista specializzata in manga yuri. Avrà vita breve, chiudendo i battenti dopo pochi numeri, ma la sua eredità verrà raccolta da Comic Yurihime コミック百合姫 rivista mensile pubblicata tutt’oggi.
Yuri o shōjo ai ?
Diffuso sopratutto molti anni fa, il termine shōjo ai 少女愛, solitamente tradotto con “amore fra ragazze” è stato a lungo usato in occidente al posto di yuri per distinguere le opere pornografiche, etichettate proprio come yuri, da quelle romantiche o platoniche che invece sarebbero shōjo ai. Questa distinzione viene operata ancora oggi da numerosi siti come ad esempio AnimeNewsNetwork, MyAnimeList, Animeclick e molti altri, quindi è necessario fare un po’ di chiarezza: in Giappone il genere shōjo ai non esiste e non è mai esistito. Inoltre le varie traduzioni di shōjo ai come “amore fra ragazze”, “girl-love” e via discorrendo, sono errate: una traduzione più accurata sarebbe “amore per le ragazzine”, il termine ha quindi una chiara connotazione pedofiliaca e infatti in Giappone si utilizza almeno dagli anni ’80 al posto del più diffuso e più utilizzato lolicon. Come si sia diffuso in occidente, ma con un significato diverso, non è chiaro, ma si può comunque azzardare qualche ipotesi in proposito. Si può supporre che l’uso di questo termine sia nato, all’incirca verso la metà o la seconda metà degli anni ’90, all’interno della community americana di fan di anime e manga, forse come antonimo di shōnen ai 少年愛. Quest’ultimo in Giappone è effettivamente riconosciuto come genere, quindi forse qualcuno ha pensato che se esiste il genere shōnen ai allora deve esistere per forza anche il genere shōjo ai. C’è una certa logica dietro tutto questo, ma resta comunque errato. Non è chiara neanche la ragione per cui le opere pornografiche sarebbero yuri mentre quelle romantiche sarebbero shōjo ai: forse perché anche in Giappone il termine yuri è stato, come abbiamo già visto, spesso utilizzato per indicare un certo tipo di pornografia? Forse per colpa delle prime dōjinshi classificate come tali? Non saprei proprio.
Fortunatamente shōjo ai sta cadendo sempre più in disuso anche se resiste nei database di alcuni siti storici e nelle classificazioni di vari siti aggregatori di manga. L’ignoranza è dura a morire a quanto pare.
A proposito, in Giappone si utilizza anche Girl’s Love ガールズラブ come sinonimo di yuri.
Yuri…Ma per chi?
C’è la tendenza, minoritaria a dire il vero, a pensare che manga e anime yuri siano rivolti ad un pubblico maschile, ma ovviamente è falso: infatti i primi manga yuri erano disegnati da donne e comparvero su riviste rivolte a ragazze adolescenti, e ancora oggi sono donne le principali autrici di yuri. Ma per quanto riguarda il pubblico? Non è facile stabilire con esattezza quale sia la demografia dei lettori di manga yuri ma qualche anno fa Comic Yurihime lanciò un sondaggio e risultò che il 70% dei lettori fosse di sesso femminile e non credo che oggi le percentuali siano cambiate di molto. Anche se tradizionalmente è un genere che interessa di più il pubblico femminile (quello che ama di più le storie romantiche insomma), anche riviste shōnen pubblicano yuri, come ad esempio Dengeki Daioh su cui era serializzato Yagate kimi ni naru.
Insomma, i yuri sono per tutti.
Nel prossimo capitolo, che non so quando pubblicherò, parlerò di yuri di altri tempi. Non so ancora QUALI altri tempi però.