Fra le critiche più comuni che vengono mosse verso il genere yuri c’è l’uso, il riuso e l’abuso di determinati cliché, presenti in tantissime opere e facilmente riconoscibili ai lettori più navigati. Se ad esempio iniziassi a parlarvi di un manga ambientato in una scuola, con due protagoniste dal carattere e dall’aspetto diametralmente opposti, che scoprono di amarsi ma che devono mantenere segreta la loro relazione, riuscireste ad indovinare il titolo?
Difficile, eh?
E in quanti storie avete letto di senpai impossibilmente belle e brave, di oneesan gentili e affidabili, di carinissime kōhai o imōto, di principi (♀) che fanno impazzire tutte le ragazze e di luoghi in cui non sembrano esistere maschi di alcun tipo?
Questi sono solo alcuni dei cliché che troviamo più spesso nei manga yuri, ma qual è la loro origine? Come e quando sono nati? Per scoprirlo ci tocca fare un viaggio indietro di circa un secolo.
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